Il piercing al capezzolo, conosciuto anche con il nome di Nipple piercing, è piuttosto popolare soprattutto tra le donne, ma è anche uno di quei buchi che richiede le attenzioni maggiori; necessita infatti di un lungo periodo di guarigione, e l’efficacia della stessa dipende anzitutto dalla professionalità del piercer a cui decidiamo di affidarci.Se è vero che, quando l’operatore esegue la perforazione a regola d’arte, i rischi a cui andiamo in contro sono minimi, è anche vero che, in alcuni casi, una disattenzione o una mancanza di professionalità potrebbero complicarci le cose, costringendoci al ricorso tempestivo a giusti rimedi. La mastite è uno degli effetti collaterali più comuni: vediamo di cosa si tratta, e come affrontare l’infezione.

Nipple piercing: il piercing al capezzolo fa male?

Una delle domande più comuni quando ci si accinge a fare un nipple piercing è: quanto fa male? La risposta è però meno scontata di quanto sia prevedibile. Nonostante si tratti di una delle zone più delicate del nostro corpo, il piercing al capezzolo non provoca eccessivo dolore, ed anzi è spesso abbastanza tollerato da quanti decidono di sottoporsi alla perforazione in tale zona del corpo. C’è però da dire che i tempi di guarigione sono, solitamente, piuttosto lunghi, ma basterà munirsi della sola pazienza, perché, tranne in qualche caso particolare, le controindicazioni sono poche.

Esistono però dei rischi anche per il piercing al capezzolo, primo fra tutti quello di rigetto da parte dell’organismo, che ha però un’insorgenza piuttosto rara ed è quasi sempre legata ad errori da parte del piercer. Più frequenti possono essere le infezioni generiche, ma tranquillamente evitabili se si opta per uno studio serio in cui effettuare la perforazione, dotato di adeguato ambiente igienico e di strumenti correttamente sterilizzati. Tra i rischi correlati alla cattiva applicazione di un piercing al capezzolo c’è la mastite, fastidioso effetto collaterale che deve essere individuato e bloccato per tempo, onde evitare complicazioni.

Piercing al capezzolo e mastite: cosa c’è da sapere?

nipple piercing mastite seno femminile piercing al capezzolo
nipple piercing mastite seno femminile piercing al capezzolo

La mastite è una fastidiosa infiammazione del seno riconoscibile per l’indurimento, il rossore ed il gonfiore visibile, il tutto accompagnato da dolore acuto e da possibili stati febbrili nella sua fase più avanzata. Come il piercing al capezzolo possa provocare la mastite dipende dal foro effettuato dal piercer, che, se esegue male l’operazione, potrebbe intaccare l’areola o il grasso del seno dando vita all’infezione.

È scontato dire che il metodo più efficace per evitare una mastite dopo un nipple piercing sia quello di rivolgersi ad un professionista serio ed affermato, che possa darci garanzia d’igiene e di una corretta esecuzione dell’operazione. Detto questo, nel caso in cui dovessimo riscontrare una mastite al seno, possiamo ricorrere ad alcune soluzioni temporanee per ridurre gonfiore e dolore, in attesa di agire più efficacemente con il supporto di un medico, a cui sarà inevitabile rivolgersi.

Quali rimedi contro la mastite?

Posto che la strada da seguire è sempre quella indicata dal nostro medico di base, per trovare rimedio ai sintomi più superficiali della mastite abbiamo a disposizione un metodo casalingo semplice ed efficace. Per ridurre il gonfiore ed alleviare il fastidioso bruciore che sorgono contestualmente all’infezione, possiamo ricorrere a dei semplici impacchi di acqua fredda, salvifici nei casi di scarsa tollerabilità della propria condizione, oltre ad essere rapidi e privi di effetti collaterali. Se accusiamo dolore possiamo invece ricorrere ai classici antidolorifici da banco, da prendere con le dovute precauzioni e senza superare le dosi consigliate.

È pur sempre opportuno ricorrere all’assistenza medica prima che l’infezione si estenda e diventi più difficile da combattere, ma cosa ancora più importante è scegliere con oculatezza il professionista a cui affidarsi per effettuare l’applicazione del piercing al capezzolo, così da ridurre al minimo la probabilità di incidenza del rischio.