Esistono molti tipi di piercing, alcuni comuni e dalla realizzazione abbastanza semplice, altri leggermente più complicati. Il piercing alla mano fa sicuramente parte della seconda categoria.

Sei incuriosito da questo particolarissimo foro e vuoi saperne di più? In questo articolo analizzeremo le principali problematiche di questo piercing e tutte le sue caratteristiche principali.

Piercing sulla mano

Per farlo ci sono due possibilità: surface o microdermal. Il primo consiste in un foro che buca da parte a parte la pelle; la barra del gioiello, quindi, rimarrà invisibile e sottopelle, spunteranno solo le due palline. Il secondo, invece, consiste in un piccolo innesto sottopelle in titanio o acciaio chirurgico. Il risultato è un piccolo brillantino che fuoriesce dalla mano.

Un esempio di piercing surface sulla mano
Un esempio di microdermal

Queste due pratiche sono abbastanza invasive. Il surface, infatti, pur essendo praticato con un normale ago come tutti gli altri fori, ha un’altissima probabilità di rigetto. Il microdermal, invece, è praticato tramite un particolare bisturi circolare che taglia la pelle in modo da permettere di inserire l’innesto e, anche in questo caso, ha una probabilità di rigetto abbastanza elevata.

Le controindicazioni

Quando si decide di fare uno di questi piercing bisogna sapere precisamente a cosa si va incontro.

La prima cosa da analizzare è il punto in cui è situato: la mano. Ogni giorno utilizziamo le mani per compiere moltissime azioni ed esse entrano continuamente in contatto con germi e batteri di ogni tipo. Questo non aiuta decisamente il processo di guarigione già abbastanza difficile di per sè. Prova a pensare a tutte le volte in cui prendi il telefono (uno degli oggetti più sporchi in assoluto), tocchi i soldi o le maniglie dell’autobus. Tutto questo mette a rischio il nuovo piercing. Con questo non intendiamo dire che è obbligatorio prendere un’infezione ma che le probabilità, rispetto ad un piercing all’ombelico bello protetto dai vestiti, sono più alte.

In secondo luogo uno dei principali fattori di pericolo sono i colpi. Le mani (anche se spesso non ce ne accorgiamo) sbattono continuamente contro le cose. Basta un minimo di disattenzione (come ad esempio mettere le mani nelle tasche) e il piercing, dopo aver preso un colpo, si infetta. Questo rappresenta un rischio in più che, naturalmente, con altri piercing si corre in maniera nettamente inferiore.

In terzo luogo dobbiamo meditare bene la decisione in base al lavoro che facciamo. Se entriamo costantemente in contatto con acqua, utilizziamo guanti o facciamo un lavoro pesante che richiede l’utilizzo delle mani, potrebbe essere difficile riuscire a mantenere questo piercing.

La corretta guarigione

Per riuscire a tenere questo piercing bisogna anche considerare che la sua guarigione è pittosto lunga. Esso richiede circa 8 settimane per cicatrizzarsi completamente; questo significa che nel lasso di tempo necessario a guarire bisogna cercare di tenere le mani in un ambiente più asettico possibile.

Riassumendo

Per concludere possiamo riassumere i “fattori di pericolo” di cui tenere conto:

  • Guarigione lenta
  • Guarigione che necessita di ambiente asettico
  • Mani in continuo contatto con germi e batteri
  • Rischi di colpi (anche minimi) che possono causare rigetto
  • Rischi se si svolgono lavori manuali

Il consigli che vi diamo, dunque, è quello di pensarci bene prima di procedere con questo particolare tipo di piercing. Devono esserci le condizioni necessarie e non può essere una decisione presa di getto senza meditare sulle conseguenze. Inoltre, data l’alta probabilità di rigetto, vi consigliamo di recarvi da un professionista del settore con esperienza in piercing particolari. I microdermal e i surface non sono alla portata di tutti, soprattutto se si tratta di piercer inesperti e alle prime armi. Bisogna ricordarsi sempre che la prudenza, in questi casi, non è mai troppa.